
Oggi affronteremo un argomento che può essere d’aiuto per chi vuole scambiare la propria casa con un’altra, alle volte dello stesso valore e importo o con eventuale aggiunta di denaro. Nel primo caso parliamo di permuta “pura”, mentre nel secondo caso si tratta di permuta “con conguaglio”. Innanzi tutto vi informiamo che questa operazione è regolata dal Codice Civile, nell’articolo 1552, che sancisce che la permuta è un contratto fra il contraente e l’altra parte, col quale si trasferiscono le reciproche proprietà di beni o cose che si intendono permutare. La differenza con la vendita sta nel trasferire un diritto o la proprietà, senza dover versare alcun corrispettivo in denaro, se ovviamente si permutano due immobili con lo stesso valore e prezzo; in ogni caso si applicano le stesse norme per la vendita, in quanto compatibili. L’unica differenza è la spesa dell’atto, che essendo unico, si divide fra le parti. Ad esempio: se si vanno a permutare due abitazioni senza ipoteca, con valori catastali differenti, ma per entrambi è comunque prima casa, si calcolerà il 3% solo sul valore catastale più alto e si aggiungeranno le spese per le visure catastali e ipotecarie dei due immobili ottenendo un importo di atto inferiore a quello che si sarebbe dovuto pagare con la vendita. Se invece per entrambi fosse la permuta di una seconda casa, si calcolerebbe il 10% ma sempre sul valore catastale più alto. Se invece per uno fosse prima casa ma per l’altro no, la legge prevede la considerazione dell’imposta più alta, cioè il 10%, sul valore catastale dell’immobile di colui che acquista come seconda casa. Decidendo di optare per la permuta è il caso di verificare che su entrambi gli immobili non incombano ipoteche od altri vizi che potrebbero arrecare difficoltà o rischi per una delle parti. Concludendo possiamo quindi affermare che in queste circostanze la permuta è senz’altro un’operazione vantaggiosa.