Buongiorno a tutti, affronteremo oggi un argomento molto interessante ed attuale con i tempi che da due anni a questa parte stiamo vivendo, in quanto negli anni precedenti alla pandemia e con la pandemia stessa, sono diminuiti i matrimoni, civili o religiosi, ed invece sono aumentate le convivenze fra coppie che decidono di stare assieme senza “ufficializzare” il loro rapporto, basato sul rispetto reciproco senza vincoli giuridici fra le parti. Nel diritto di famiglia la convivenza è una relazione stabile tra due persone maggiorenni che vivono nella stessa abitazione, legati da un rapporto di coppia. Volendo si potrebbe ufficializzare “la convivenza di fatto” con una dichiarazione all’anagrafe nel comune di residenza, dichiarando di essere una coppia di fatto, di coabitare nella stessa casa e di non essere uniti ad altri da vincolo matrimoniale o unione civile. Non esiste la comunione o separazione dei beni, ma se i conviventi lo ritengono opportuno possono acquistare dei beni assieme, stabilendone le quote di proprietà di ciascuno.
Vediamo però cosa succede se si vuole acquistare una casa: il fisco non fa differenza tra coppie sposate, uniti civilmente o conviventi. Le tasse non cambiano in base allo stato di famiglia e neanche le agevolazioni e il bonus prima casa, ma cambiano in base ai requisiti delle persone stesse. Le soluzioni per l’acquisto di una casa da parte di conviventi possono essere tante; fra queste spiccano due iniziative che permettono l’accesso ad un finanziamento agevolato: il Fondo Prima Casa ed il Plafond Casa. Queste due misure hanno come destinatari anche giovani coppie di conviventi, di cui almeno un membro non superi i 35 anni, con o senza figli. Comprare casa e cointestarsi il mutuo come conviventi comporta una comunione al 50% del bene stesso e ciascuna quota può essere venduta liberamente in qualsiasi momento; la comunione può essere sciolta da entrambi o solo da una parte, ed in questo caso, se non si trova un accordo, ci si può ricorrere al giudice, il quale valuterà la divisione in natura del bene e qualora non fosse possibile procederà alla vendita dello stesso con divisione del ricavato. L’unico svantaggio della convivenza è in caso di morte di uno dei due: in questo caso solo un testamento è l’unico strumento per non lasciare il partner privo di tutele.
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