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Oggi affronteremo un argomento che sta a cuore a gran parte dei nostri lettori: l’aumento dei tassi variabili e come rimediare.
Con il rialzo dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, dovuti al contrastare dell’inflazione, il tasso variabile ha subito continui aumenti arrivando, dopo circa quindici anni, a superare il tasso fisso, toccando il 3,5%, causando non pochi problemi a chi aveva già stipulato con la propria banca il mutuo col tasso variabile.
Con la precisazione che ogni singola situazione va valutata e orientata per la giusta soluzione, noi qui vi prospettiamo alcune opzioni da adottare per ridurre i costi; SCEGLIERE LA SURROGA DEL MUTUO IN ESSERE; RINEGOZIARE IL MUTUO; PASSARE DAL TASSO VARIABILE AL TASSO FISSO:
Vediamo nel dettaglio questi nostri suggerimenti:
– SURROGA DEL MUTUO: introdotta dal 2007 dal Decreto Bersani la surroga consiste nella portabilità del proprio mutuo verso un altro istituto di credito con le migliori condizioni disponibili sul mercato. E’ l’opzione di solito più conveniente: la banca che in precedenza ha erogato il mutuo non può opporsi alla richiesta del cliente, che con un’altra banca ha facoltà di scegliere il tasso fisso o variabile o la durata del mutuo, ma non può modificare l’importo del finanziamento. Lo stesso mutuo può essere surrogato più volte con la stessa ipoteca; è possibile che la nuova banca richieda gli ultimi sei pagamenti e la successiva arrivi anche a dodici.
– RINEGOZIARE IL MUTUO: alla propria banca erogante si può chiedere di rinegoziare il mutuo in essere, ma l’esito non sempre è positivo. Infatti è la banca stessa che decide se ridefinire o meno la durata del mutuo per ridurre la rata mensile. Rinegoziare il mutuo non prevede nessuna commissione ed è attuato tramite una scrittura privata fra le parti, per cui non si farà nessun altro atto di mutuo ne tantomeno interverrà il notaio.
-PASSARE AL TASSO FISSO: negli anni passati, con l’inflazione in calo, chi richiedeva il mutuo lo faceva col tasso variabile; solo chi voleva essere sicuro che l’importo della rata fosse fisso per tutta la durata del mutuo, senza sorprese o variazioni, sceglieva il tasso fisso. Per accedere al passaggio da mutuo a tasso variabile a mutuo a tasso fisso bisogna avere dei requisiti dettati dalla legge di Bilancio 2023: il finanziamento deve essere inferiore agli € 200.000 e l’ISEE non deve superare gli € 35.000. Considerando la convenienza di questo cambio di tasso in questo momento il discorso diventa conveniente per i mutui datati, mentre per quelli più recenti potrebbe essere sconveniente. Il nuovo tasso fisso verrà calcolato in base al valore dello spread originario aggiunto al più conveniente tra l’Euribor o Irs a 10 anni e quello più vicino alla durata residua del mutuo.
Con questi suggerimenti speriamo di avervi aiutato nella scelta della soluzione più opportuna.
Se avete ancora domande o dubbi fatecelo sapere nei commenti.
A presto!!